
Sonno: almeno 8 ore a notte per vivere più a lungo
Matthew Walker parla di una vera epidemia da privazione da sonno determinata anche da fattori culturali
— 26 Settembre 2017E’ in atto un’‘epidemia da privazione da sonno’. A lanciare l’allarme è Matthew Walker, direttore del ‘Center for Human Sleep’ alla ‘UC Berkeley’ e autore di ‘Why we sleep’.
Un’epidemia dai risvolti importanti in quanto “ogni aspetto della nostra vita biologica viene intaccato e condizionato dal riposo notturno”. Come hanno dimostrato numerosi studi infatti alla ‘privazione di sonno’ sono collegate malattie come l’Alzheimer, il cancro, il diabete, l’obesità e i disturbi mentali.
Una soluzione a tale problema sottolinea Walker ci sarebbe: dormire (almeno) 8 ore a notte. E se questo sembra un risultato irraggiungibile non bisognerebbe mai scendere sotto le sette ore. In Europa e negli Stati Uniti, invece, il 50% della popolazione dorme appena 6 ore a notte o meno (nel 1942 la percentuale era appena dell’8%) e due persone su tre meno di 8.
Alla base della carenza di sonno vi sono molteplici fattori: il lavoro straordinario, l’allungarsi dei tragitti per i lavoratori pendolari ma anche la crescita dell’ansia, l’uso di alcol e caffè e l’aumento degli intrattenimenti. Fattori ai quali si aggiunge anche quello culturale. “Nella società occidentale odierna – afferma Walker – ci si vergogna a dire che si dorme molto. Dormire poco viene considerato un distintivo di onore, qualcosa di cui vantarsi. E’ imbarazzante ammettere in pubblico che si dormono otto ore per notte. Si fa la figura del pigro, per non dire dell’anormale”.
In questo modo però, ribadisce l’autore di ‘Why we sleep’, si mette a rischio la propria salute e di conseguenza diminuisce la probabilità di vivere più a lungo.
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